venerdì 16 febbraio 2018

#piangospesso

Piango spesso quando sento notizie che mi toccano: piango per il male, per la violenza, per la malattia. Mi immedesimo, tento di provare le emozioni celate dietro ogni dolore. Non vorrei ma non ne so fare a meno.
Ieri ho pianto per quella bambina e per la sua mamma che l'ha lasciata non molto tempo fa. E' un dolore inappropriato, da spettatore, da chi ha non è toccato da quel dramma terribile. Non dovrebbero esistere sofferenze come queste che coinvolgono una famiglia, una madre e una figlia. Non oso pensare al padre che ha sepolto gli amori della sua vita. Chissà se crederà ancora nella vita, se crederà nell'amore.
Ho pianto per quei ragazzi, colpiti dagli spari di un fanatico che in una giornata come tante sono andati a scuola, hanno scherzato, hanno sbuffato per l'interrogazione, hanno amato. Ed ora non ci sono più.
Ho pianto per quelle ragazze che sono state vittime di violenze: ho provato a pensare a come si sono sentite, cosa hanno provato, come hanno fatto a cadere nella trappola di uomini violenti. Non c'è giustificazione, non c'è disagio, non c'è nessuna sregolatezza per cui si possa giustificare ciò che è successo. E' odio, violenza, è una linea che viene oltrepassata che è dentro l'uomo e che viene risvegliata come una scossa. Da li non si torna indietro, è una trasformazione che non lascia più spazio all'umanità.

Credo nel karma perchè in parte mi aiuta a sopportare, credo che ci sia spazio in un'altra vita, per fare giustizia su ciò che è stato in questa. Ci devo credere.

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